
«A i nostri tempi, la credibilità delle religioni dipende in gran parte dal loro impegno per la pace attraverso il dialogo interreligioso e la testimonianza comune in vista delle grandi sfide contemporanee ». Così il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I rimarcava l’importanza della collaborazione tra le diverse confessioni religiose nell’anniversario del Documento sulla fratellanza umana firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio dello scorso anno da papa Francesco e dal grande imam Ahmad Al-Tayyeb di Al-Azhar. E indicando come bussole la cultura del dialogo, la fattiva collaborazione e la conoscenza reciproca, Bartolomeo I ha ricordato che «la fede – così come si legge nella stessa prefazione del Documento – porta sempre il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare».
È questa credibilità che oggi continua a proporsi nell’invito rivolto a tutti i credenti affinché insieme fattivamente agiscano alla costruzione dell’unica famiglia umana in una cultura del rispetto e della solidarietà. Ed è a questo che invitano precisamente anche i nostri tempi, tempi di grande sfide, segnati dalla pandemia. L’ora che il mondo intero sta attraversando è perciò anche il momento opportuno «di dimostrare in maniera positiva che la famiglia umana può convivere fraternamente».