Un esercito di bambini continua a combattere nel mondo
Un esercito di bambini continua a combattere nel mondo

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Ogni anno, il 12 febbraio ci si ricorda di loro. Nascosti alle cronache, ai media, alla gente. Tanti bambini non vanno a scuola e non giocano, ma sono costretti a combattere nelle guerre senza fine, rapiti da scuole e villaggi. Il 12 febbraio le Nazioni Unite li ricordano, denunciano il fenomeno, tentato di smuovere le coscienze. Nel 2019 – gli ultimi dati disponibili “consolidati” risalgono infatti a due anni fa – il loro numero era stimato in 250mila. Minori utilizzati, secondo il rapporto del Segretario generale dell’Onu, da decine fra guerriglie ed eserciti regolari in ogni parte del mondo. I Paesi più interessati sono stati: Afghanistan, Colombia, Repubblica democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Iraq, Mali, Sudan, Sudan del Sud, Somalia, Siria, Yemen, Myanmar, Nigeria, Filippine.
La Somalia, secondo le Nazioni Unite, nel 2019 è fra i Paesi più coinvolti con 1.500 ragazzini, per lo più rapiti da al-Shabaab. Ma anche esercito e polizia, li hanno utilizzati in quasi 200 casi. Nella Repubblica democratica del Congo (Rdc) oltre 2.500 minori sono stati reclutati dal 2008 e utilizzati fino al loro rilascio, nel 2019, da decine di guerriglie. L’aberrante fenomeno interessa anche il Sahel, nella Repubblica Centrafricana l’Onu ha accertato almeno 200 nuovi casi di minorenni utilizzati come soldati e altrettanti nel Mali. Il compito di questi piccoli non è “solo” di combattere, ma anche di svolgere altri ruoli:cuochi, facchini, messaggeri. Le ragazzine, invece, sono destinate da Boko Haram in Nigeria, ad attentati suicidi e sono costrette a fare le “schiave sessuali”. Le violenze sessuali, purtroppo, sono ampiamente usate, dalle guerriglie e dagli eserciti, nel Congo, Somalia, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sudan e Sud Sudan.

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Argomenti: Mappamondo Minori
Tag: bambini soldato minori Onu
Fonte: Avvenire