

Il Covid-19 ha causato non solo un’emergenza sanitaria, ma anche una frattura educativa, come ha sottolineato il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, nell’introduzione all’ultimo Consiglio episcopale permanente, ma, ha avvertito, questo “non è tempo perduto, se è tempo di semina e di costruzione”: nella sfida per “scuole più inclusive” in prima linea ci sono quelle paritarie cattoliche.
“La risposta alla rottura del patto educativo è proprio il rimettersi insieme, ciascuno nei propri luoghi – scuole, famiglie, comunità cristiane, associazioni, istituzioni – per offrire ai giovani nuove opportunità di crescita”, afferma Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per l’educazione, la scuola e l’università. Il primo passo è “accompagnare i giovani nella loro capacità di affrontare la vita con gli ostacoli e le fatiche di questo momento, ma anche con le loro risorse e i loro interrogativi”, attraverso “la vicinanza di adulti significativi: genitori, insegnanti, sacerdoti. Figure complementari, punti di riferimento forti ma diversi tra di loro, capaci di dare fiducia e invogliare a scoprire la bellezza che c’è dentro di sé e negli altri”. Qui, evidenzia Diaco, “si chiude il cerchio: il Papa e il card. Bassetti parlano di armonia, di fraternità, di comunione, di comunità. Educare non significa solo inserire un giovane nella comunità, ma fare in modo che sia egli stesso a dare il suo contributo alla costruzione della comunità di tutti”.