
Non c’è dono più grande di chi offre la vita per i propri amici, ma anche donare una parte di sé, un organo vitale, perché l’amico possa tornare a vivere, è veramente un gesto grande di generosità e amore per il prossimo.
È accaduto a Livorno dove don Eustache Ntambwe Makoyo, sacerdote originario della Repubblica del Congo, in Italia per studiare, ha donato uno dei suoi reni ad un confratello sacerdote: don Jean Michel Moukouba Bamana, anche lui africano, nato nella Repubblica Democratica del Congo.
Jean Michel, in Italia da molti anni, nell’ultimo periodo ha vissuto in condizioni di salute precarie, i suoi reni ammalati lo costringevano a sottoporsi alla dialisi ogni giorno e l’unica cura possibile era quella di un trapianto. Don Eustache, già sensibile a queste tematiche, si è offerto più volte di donare uno dei suoi reni, ma non era semplice accettare un regalo così grande.
«In questi anni di malattia ho toccato sulla mia pelle la fragilità della vita – racconta Jean Michel – non credevo possibile un gesto così generoso, ma l’insistenza di Eustache è stata grande: si è messo in contatto con i medici di Modena che mi avevano in cura e a settembre ci siamo incontrati per iniziare il percorso. In fondo noi sacerdoti siamo una famiglia: è stato il regalo di un fratello».